“Non mi aspettavo persone così preparate”: le reazioni di esperti ed esperte all’Assemblea Cittadina

Durante i primi due incontri dell’Assemblea Cittadina per il Clima sei esperti ed esperte sono intervenuti per aiutare cittadini e cittadine su temi legati alla crisi climatica. Ecco come hanno vissuto l’esperienza alcuni di loro.


Pronti, attenti, preparati. Così definiscono cittadini e cittadine alcuni degli esperti e delle esperte che hanno partecipato ai primi due incontri dell’Assemblea Cittadina per il Clima di Bologna. Sono Letizia Cremonini, architetta ed esperta di pianificazione del paesaggio in forza all’Istituto per la BioEconomia del Centro Nazionale di Ricerca di Bologna (CNR-IBE), Emanuele Leonardi, sociologo dell’Università di Bologna che si occupa del rapporto tra movimenti operai e ambientalismo, e Beatrice Pulvirenti, docente dell’Università di Bologna e studia, tra l’altro, la gestione termica delle batterie e dell’abitacolo in automotive. Il loro ruolo, assieme alle altre tre persone selezionate (leggi il dettaglio del primo incontro dell’Assemblea), è stato quello di dialogare con le persone che compongono l’Assemblea fornendo informazioni su temi specifici legati alla crisi climatica e rispondendo alle domande. Questa fase si è svolta con l’assemblea suddivisa in gruppi, per favorire un vero e proprio dialogo tra esperti ed esperte e l’Assemblea, e si è tenuta durante i primi due appuntamenti del percorso.

 

Pronti a connettere

“Ho parlato con persone pronte a connettere quello che hanno appena imparato con la loro esperienza e al loro vissuto”, racconta Letizia Cremonini, che si è occupata del tema dell’adattamento ai cambiamenti climatici. Cremonini aveva già collaborato con la Regione Emilia-Romagna, ma si dice positivamente colpita dalle “domande dettagliate e pertinenti” che sono emerse durante gli incontri: “anche i meno esperti hanno colto velocemente di cosa stessimo parlando e mi hanno rivolto domande che in alcuni casi mi hanno messo un po’ in difficoltà”. Ma è una difficoltà, per così dire, positiva: “si è trattato di un dialogo sfidante, per cui è stato bello e mi sono anche divertita”. Cremonini è infatti convinta che solo attraverso la partecipazione della cittadinanza alle scelte la trasformazione della società sia davvero possibile.

Un momento di dialogo del gruppo sull’Adattamento (Foto: Margherita Caprilli)

Preparatissimi

“Non mi aspettavo persone così preparate”, racconta Beatrice Pulvirenti, che si spinge a dire che sulla transizione “sono più avanti rispetto a qualsiasi livello della politica”. Sono già pronti sia all’utilizzo di altri modi di trasporto che impattino di meno rispetto a quelli più largamente impiegati oggi: “sono pronti all’uso dell’auto elettrica, al car sharing, all’utilizzo dell’auto condominiale”. Pulvirenti ha concentrato il suo contributo sulla mobilità sostenibile e le infrastrutture per la transizione. Si è trovata a dialogare con persone preparatissime sul fronte tecnico: “mi hanno fatto domande tecniche, molto spesso volte a sapere, per esempio, l’etica del reperimento delle materie rare [per la produzione delle batterie per le auto elettriche, NdR]: sono domande anche di alto livello etico”. Insomma, a guardare questo campione di popolazione scelto casualmente per partecipare all’Assemblea, Pulvirenti si dice fiduciosa perché “la popolazione è già prontissima a considerare l’impatto che ha l’azione dell’uomo sull’ambiente”.

 

Una curiosità profonda

Nonostante Emanuele Leonardi, da sociologo, sia abituato alle forme partecipative e assembleari, era inizialmente preoccupato che nei suoi gruppi avrebbe faticato a tenere l’attenzione di chi partecipava. “Non è andata affatto così”, esclama, “segno che i temi trattati, nonostante non fossero di esperienza quotidiana per alcune persone, sono stati recepiti come importanti”. Per l’Assemblea, Leonardi si è occupato del tema della giustizia climatica e sociale, un tema meno legato ai dati scientifici duri e puri e che coinvolge anche la sfera della decisione politica e amministrativa. “Ma il nostro ruolo di esperti non è quello di convertire le persone alla nostra idea, quanto piuttosto fornire le informazioni perché possano sviluppare una propria opinione sull’argomento e, di conseguenza, elaborare le proposte”.

(Foto: Margherita Caprilli)

Adesso si tratta di lasciare lavorare l’Assemblea e vedere che idee emergeranno nella seconda fase del percorso che ripartirà dopo l’estate. “Sono molto curiosa di vedere che proposte arriveranno”, dice Cremonini. Magari emergono anche idee strampalate o impraticabili, ma “le terrei da parte, perché magari diventano sensate tra una decina d’anni”.

 

marco boscolo – formicablu srl

foto in apertura: Margherita Caprilli