Vivere a Bologna nel 2030
Il nostro viaggio verso la neutralità climatica
“Mi chiamo Paolo, ho 34 anni e vivo a Bologna in un bilocale di recente ristrutturazione. Fortunatamente, oggi nel 2030 le spese di gestione domestica non sono più così tanto elevate come qualche anno fa, prima che Bologna raggiungesse la neutralità climatica. Far parte di una comunità energetica rinnovabile e aver elettrificato totalmente il mio appartamento sono state infatti scelte che mi hanno garantito un considerevole risparmio e di conseguenza una migliore qualità della vita”.
“Mi chiamo Fatma, sono curda ma vivo e lavoro a Bologna da quattro anni. Tutte le mattine mi sveglio presto per accompagnare mia figlia a scuola e andare poi a lavoro con i mezzi pubblici. Fortunatamente, oggi nel 2030, grazie al potenziamento dei servizi di mobilità sostenibile della città, non arrivo più in ritardo a causa del traffico e dei tragitti a piedi che ero obbligata a compiere per la scarsità di linee e mezzi disponibili. Il percorso per il raggiungimento della neutralità climatica della città ha infatti portato a un miglioramento del trasporto pubblico, alla possibilità di fare l’abbonamento integrato autobus/bici/tram e alla diminuzione del traffico conseguente al decremento dell’utilizzo delle auto private”.
“Mi chiamo Alessia, faccio l’avvocato e vivo con la mia famiglia sui colli bolognesi. Sono appena rientrata dall’emporio di comunità della mia zona dove ho acquistato frutta e verdura biologica e a km 0 per tutta la settimana. Fortunatamente, oggi nel 2030, grazie all’aumento degli empori di comunità e dei mercati contadini anche in zone meno centrali della città, ho potuto ridurre notevolmente gli acquisti al supermercato e conseguentemente anche il numero di rifiuti prodotti. Nel mio emporio di riferimento, avendo molto a cuore il mantenimento della neutralità climatica che la nostra città è riuscita a raggiungere, hanno infatti reso possibile acquistare prodotti sfusi ed eliminato totalmente gli imballaggi di plastica”.
Paolo, Fatma e Alessia sono solo tre dei tanti possibili cittadini bolognesi del futuro e questo è un esempio di come saranno cambiate le loro abitudini quando Bologna avrà raggiunto la neutralità climatica.
Affrontare l’emergenza climatica significa infatti agire nelle città, insieme a coloro che le abitano ed è proprio a partire da questa consapevolezza che nasce la Missione dell’Unione Europea per le 100 città intelligenti e climaticamente neutrali entro il 2030, cioè venti anni prima delle altre città europee. Essendo parte di queste 100 città, Bologna ha quindi deciso di intraprendere l’ambizioso percorso verso l’azzeramento dell’impatto climatico, dando così vita a Bologna Missione Clima.
Con l’adesione di Bologna alla Missione diventa quindi indispensabile saper dare una risposta alla seguente domanda: “Come faranno le attività di Bologna Missione Clima ad influenzare l’organizzazione urbana e quanto impatteranno sulla vita delle persone che abitano, lavorano, giocano e frequentano la città?”
Leggendo queste parole, appare subito evidente quali siano i due punti imprescindibili che guidano Bologna verso il raggiungimento dell’obiettivo: un approccio dal basso possibile attraverso uno stretto dialogo con la cittadinanza e la creazione di un nuovo DNA ecologico della città che accompagni la collettività nel futuro, anche oltre il 2030.
Ben radicato nella visione che la città di Bologna ha della Missione Clima è infatti il concetto che il viaggio verso il raggiungimento della neutralità climatica sia importante quanto la meta, se non di più. Si mira infatti a creare nuova consapevolezza, interiorizzare comportamenti virtuosi e realizzare interventi concreti in grado di influenzare la dimensione locale e, a tendere, quella globale, per garantire così un futuro al nostro pianeta e quindi a noi, anno dopo anno. L’obiettivo della neutralità climatica è quindi un obiettivo dell’intera città, non solo dell’Amministrazione ed è quindi per questo che la dimensione partecipativa della cittadinanza e federatrice di tutti gli attori locali si pone al centro della visione qui presentata.
La dimensione partecipativa
Come successo con i Laboratori di Quartiere per il Bilancio partecipativo prima e con l’Assemblea cittadina per il clima poi, è stata proprio la cittadinanza a proporre iniziative per affrontare la sfida per il raggiungimento della neutralità e mitigare così gli effetti del cambiamento climatico. Già a partire dal 2017 con i primi Laboratori di Quartiere si erano infatti poste le basi per l’esistenza di spazi di confronto e decisione democratici e accessibili a tutti, in grado di facilitare il dialogo tra politiche amministrative e dimensione locale. Il Bilancio partecipativo è stata poi una diretta evoluzione di questo processo in quanto vero e proprio strumento di democrazia diretta.
Punto cardine della dimensione partecipativa della cittadinanza alla missione climatica di Bologna è stata però l’istituzione nel 2022 dell’Assemblea cittadina sul clima – un nuovo strumento democratico che coinvolge 100 cittadine e cittadini sorteggiati casualmente, nella definizione delle politiche comunali. Riqualificazione energetica dell’edilizia pubblica e privata, promozione di comunità energetiche rinnovabili, miglioramento della qualità di vita attraverso la cura del verde e del blu urbano, incremento dei mercati contadini, aumento di buone pratiche di mobilità sostenibile e diminuzione del traffico automobilistico sono solo alcune delle principali raccomandazioni prodotte dai membri dell’Assemblea Cittadina per il Clima che si rispecchiano perfettamente nei cambiamenti immaginati nelle vite dei modelli ideali bolognesi e che risultano totalmente in linea con le misure indispensabili da attuare per il raggiungimento della neutralità climatica della città.
La dimensione federativa
Oltre al coinvolgimento della cittadinanza, per poter portare a termine la missione climatica della città, è fondamentale l’attuazione di un approccio federativo che miri a rafforzare le vecchie alleanze e a crearne di nuove, siano esse pubbliche o private.
A questo proposito, risulta fondamentale il contributo che venti partner esterni al Comune di Bologna, appartenenti ad alcune delle principali aziende della città, hanno deciso di dare attraverso la loro partecipazione a Bologna Missione Clima mettendo in campo azioni tangibili in grado di contribuire ad una rilevante riduzione di gas climalteranti, tanto da essere incluse nel Piano di Azioni del Contratto climatico della città.
Oltre a coinvolgere direttamente gli stakeholders più significativi della città, l’importanza di un impegno federativo e collettivo si è inoltre concretizzata attraverso una vera e propria chiamata all’azione rivolta a imprese, enti, associazioni, terzo settore e gruppi informali che volessero contribuire all’obiettivo della Missione attraverso la realizzazione di azioni materiali e immateriali per la neutralità. Sono state oltre 80 le realtà che hanno risposto con entusiasmo all’iniziativa lanciata nell’ottobre 2023 e che quindi saranno parte attiva di questo ambizioso percorso.
La governance collaborativa
Per poter beneficiare del contributo di tutti gli attori e attuare quanto necessario, l’Amministrazione di Bologna ha scelto di adottare un tipo di governance collaborativa che, agendo contemporaneamente in settori differenti e incrociando politiche diverse, agisce a beneficio del welfare locale.
La trasformazione cittadina in atto è proprio il risultato dell’intreccio trasversale di politiche e progetti necessari al raggiungimento degli obiettivi di Bologna Missione Clima. Il miglioramento delle infrastrutture, dell’edilizia e dei trasporti con progetti quali il Gemello Digitale, l’elettrificazione del trasporto pubblico e degli edifici, l’aumento dei mezzi per la mobilità sostenibile, l’incremento della produzione locale di energia da fonti rinnovabili, la riorganizzazione dello spazio pubblico con l’incremento delle aree verdi, l’educazione alla transizione climatica della cittadinanza, sono solo una parte degli interventi trasversali previsti per determinare un impatto positivo sui consumi energetici, sulle emissioni e sul modo di vivere in città. Politiche come ad esempio l’abbassamento della velocità a 30 km/h in città poi mirano ad aumentare la qualità della vita attraverso la promozione della prossimità, un aumento della sicurezza stradale e una riduzione dell’inquinamento dell’aria.
Inoltre, il lavoro di coordinamento legislativo e sinergia istituzionale con gli altri livelli di governance come la Regione Emilia-Romagna e il governo italiano da un lato, e, con le altre 8 città italiane della Missione che Bologna coordina, dall’altro, aiuteranno ad abbattere quelle barriere che oggi rallentano o impediscono le trasformazioni necessarie.
L’impresa eccezionale è essere neutrali
In conclusione, è possibile affermare con convinzione che Bologna intende questa Missione come un obiettivo di tutta la città in cui risulta fondamentale il contributo di tutti gli attori coinvolti – cittadinanza, organizzazioni pubbliche e private, Amministrazione Comunale.
Fare propri i valori fondanti di Bologna Missione Clima farà sì che la vita di Paolo, Fatma e Alessia possa così diventare la realtà di tutte le cittadine e di tutti i cittadini bolognesi.
Solo attraverso un impegno collettivo, un approccio trasversale e sistemico ed una governance multi-livello sarà infatti possibile raggiungere l’ambizioso obiettivo della neutralità climatica entro il 2030 e cambiare la consapevolezza di tutti sui temi del cambiamento climatico permettendo così, giorno dopo giorno, il miglioramento della qualità di vita e la costruzione di un clima migliore per la città di Bologna e per il pianeta.