Una birra e un po’ di economia circolare, grazie!

La Cooperativa Sociale Arca di Noè, con il suo Birrificio Vecchia Orsa, partecipa alla Missione Clima con iniziative contro lo spreco alimentare e in favore delle rinnovabili

 

 

Nato nel 2007, il Birrificio Vecchia Orsa produce birra artigianale con attenzione a costruire una società inclusiva e sostenibile. Fa parte della Cooperativa Sociale Arca di Noè, che è tra i sostenitori della Missione Clima di Bologna.

“La birra viene prodotta al birrificio di San Giovanni in Persiceto”, spiega Sara Arlati, che lavora nell’Ufficio Progettazione di Arca di Noè, “ma gli impatti positivi delle attività del birrificio hanno un effetto a catena sul resto della filiera, tra cui anche i due locali Fuori Orsa nel Comune di Bologna (in Via delle Moline e al Parco del Dopolavoro Ferroviario)”. La cooperativa ha da poco pubblicato il suo Report sulla Valutazione di Impatto Sociale, che racconta il cambiamento portato dalle sue iniziative.

 

Dalle trebbie alle tigelle

Il birrificio Vecchia Orsa da diversi anni è molto impegnato nell’ambito del riutilizzo di risorse, e del contrasto allo spreco alimentare, due ambiti importanti dell’economia circolare. “È un principio chiave per il birrificio”, spiega Michele Cattani, Responsabile della Comunicazione di Arca di Noè. “Una pratica che portiamo avanti, per esempio, è il riutilizzo delle trebbie: sono chicchi di malto d’orzo macinati, utilizzati per la produzione della birra. Invece di buttarli, noi decidiamo di dargli una seconda vita e li riutilizziamo trasformandoli in panificati, quindi piadine, pane e tigelle. Per fare questo lavoriamo in collaborazione con un fornaio del territorio di San Giovanni in Persiceto. Questi prodotti sono parte integrante dei menù dei locali Vecchia Orsa, anche a Bologna, assieme ai tanti piatti a base di birra”. 

Circa il 10% delle trebbie scartate nella produzione della birra iniziano una seconda vita come panificati. “Lo scarto restante invece va a un biodigestore, sempre nella zona di San Giovanni in Persiceto”, spiega Cattani. “Abbiamo cercato forni e digestori vicini a dove produciamo le trebbie, per limitare gli spostamenti nel rispetto dell’ambiente. In questo digestore, le trebbie vengono usate per produrre biometano, con cui poi a sua volta si produce energia elettrica”.

Le trebbie di scarto della produzione della birra. Fonte: Arca di Noè

 

Fare una birra circolare

Nel processo di produzione della birra Vecchia Orsa, il birrificio è attento anche all’uso responsabile dell’acqua. Il report sull’impatto sociale del birrificio spiega come viene ottimizzato l’uso di acqua. “L’acqua proveniente dallo scambiatore di calore durante la fase di raffreddamento del mosto non viene dispersa ma recuperata e riutilizzata per la produzione di nuova birra. Questo processo non solo riduce gli sprechi idrici, ma contribuisce anche a limitare l’impatto ambientale complessivo e a ottimizzare le risorse disponibili, portando a significativi risparmi operativi e a una produzione più sostenibile”.

Per decarbonizzare l’energia usata nella produzione della birra, il birrificio si è dotato anche di un impianto per la produzione di energia solare. “Nel 2023 abbiamo costruito un impianto fotovoltaico da 20 kWh sul tetto del birrificio, che va a coprire circa il 50% del fabbisogno energetico per produrre la nostra birra”, spiega Cattani. “L’obiettivo a lungo termine è quello di continuare a lavorare su questo fronte per diventare completamente autonomi dal punto di vista energetico”. L’impianto è stato costruito attraverso il Consorzio Solare Sociale, di cui Arca di Noè fa parte. Nato nel 2008, il consorzio lavora con enti pubblici, aziende e privati per portare impianti di energie rinnovabili dove servono e promuovere soluzioni per l’efficienza energetica. 

L’attenzione alla circolarità caratterizza tutte le attività della cooperativa, racconta Sara Arlati. “C’è una grande attenzione anche al riutilizzo delle apparecchiature che utilizziamo, come stampanti o computer: quando serve qualcosa, invece di comprare un dispositivo nuovo scegliamo apparecchi ricondizionati. A volte sarebbe più semplice comprare il nuovo, ma per noi è importante dare una seconda vita anche all’elettronica”. 

 

Sostenibilità sociale, oltre che ambientale

L’anima della Vecchia Orsa è quella di un birrificio sociale, prima di tutto attento a costruire una società inclusiva, a partire dal luogo di lavoro. “Le iniziative per l’ambiente, sia nel Birrificio sia nel Consorzio Solare Sociale, sono sempre affiancate a un tema di inclusione lavorativa, di inserimento lavorativo non solo di persone con disabilità ma in generale di persone che hanno avuto un momento di difficoltà nella loro vita”, racconta Michele Cattani. “Siamo convinti che questi progetti di inserimento non debbano essere limitati all’ambiente lavorativo: il nostro obiettivo è quello di costruire delle aree di autonomia degli individui, cucite ad hoc sulle loro esigenze, le loro competenze, abilità, sogni e ambizioni, che possono poi diventare autonomie anche fuori dal posto di lavoro. Cioè generare autonomia dentro e fuori dal posto di lavoro”.

Il birrificio è riuscito a trovare una ricetta per coniugare l’inclusione lavorativa a una competitività sul mercato: coinvolgere persone in difficoltà non è un limite all’avere un prodotto di alta qualità. “Ce la stiamo facendo, abbiamo un prodotto di alta qualità, artigianale, e siamo sostenibili. La ricetta per raggiungere questo obiettivo è adattare il lavoro alle persone e non la persona al lavoro”, spiega Cattani. 

Come spiega il sito di Arca di Noè, “Seguendo il principio della scomposizione del lavoro che applichiamo nei nostri progetti, i colleghi con disabilità si dedicano all’imbottigliamento, all’etichettatura, allo stoccaggio e alla valorizzazione di ogni prodotto Vecchia Orsa, ciascuno in base alle proprie abilità e caratteristiche. Questo approccio consente a ciascuna persona coinvolta di svolgere un lavoro che le è congeniale, garantendo standard qualitativi e quantitativi elevati”. 

“Nei nostri locali cerchiamo sempre di sensibilizzare, di raccontare questi aspetti del nostro lavoro e invitare tutti a essere attori e attrici di un cambiamento”, conclude Michele Cattani. “A volte anche, semplicemente, bevendo una birra”.

 

di Anna Violato – formicablu

Anna Violato è una comunicatrice della scienza freelance che vive a Bologna. Collabora con testate come Nature Italy, Le Scienze e RADAR Magazine, con lo studio di comunicazione scientifica formicablu e con diverse case editrici.

Foto di copertina: il Brewpub Vecchia Orsa. Fonte: Arca di Noè