L’iter che seguiranno ora le proposte, dopo l’approvazione di lunedì in Consiglio comunale
Lunedì 26 febbraio si è tenuta la seduta del Consiglio comunale in cui sono state discusse le proposte avanzate dall’Assemblea cittadina per il clima. Durante la seduta, la delibera è stata approvata con 23 voti a favore.
Il Consiglio dunque ha approvato le proposte dell’Assemblea, anche se non in maniera integrale: durante la seduta della Commissione urbanistica di venerdì 23 è stata presentata la valutazione delle proposte dell’Assemblea, da cui emerge che circa un terzo delle proposte è stato approvato pienamente. I rimanenti due terzi, invece, sono stati approvati parzialmente (a causa di elementi delle proposte che ricadono fuori dalla sfera di competenza del Comune) o con riserve (perché necessitano di valutazioni finanziarie prima di poter essere approvate integralmente).
Per capire che percorso seguiranno ora le proposte dell’Assemblea e quando le vedremo applicate, abbiamo intervistato Marika Milani, Dirigente Interventi urbani complessi del Comune di Bologna. Milani ha coordinato il gruppo dei tecnici del Comune che è stato messo a disposizione dell’Assemblea cittadina, per informazioni e per spiegare gli ambiti d’azione dell’amministrazione comunale.
Cosa succede ora alle proposte, dopo l’approvazione in Consiglio comunale?
“Il Consiglio comunale, con la delibera assunta lunedì, ha valutato le proposte, che vengono accolte o parzialmente accolte. Con la delibera, il Consiglio individua gli indirizzi prioritari e dà mandato alla Giunta per i passi successivi, che seguono il regolamento [dell’Assemblea cittadina], per la programmazione vera e propria delle azioni. Questi passi sono la verifica di fattibilità tecnico-economica delle proposte accolte dal Consiglio comunale, e un inserimento di queste proposte all’interno degli strumenti di programmazione del Comune.”
Quanto tempo ci vorrà per far entrare le proposte nella programmazione del Comune?
“Se le proposte sono nella scala delle strategie, allora [devono essere inserite nel] Documento Unico di Programmazione (DUP): è il documento strategico del Comune, a valenza triennale. Si modifica quando inizia il ciclo di programmazione, a settembre.
Se invece le proposte sono delle azioni puntuali, che possono essere annoverate nella scala del Piano delle attività – la programmazione è più veloce. Infatti è competenza dei dirigenti [dei diversi settori] approvare i piani di attività e aggiornarli via via durante l’anno, proprio perché sono strumenti più flessibili. In questo secondo caso, la Giunta darà mandato ai diversi dirigenti di procedere con l’aggiornamento dei Piani.
Anche se gran parte delle proposte sono azioni puntuali, possono comportare degli investimenti o delle verifiche tecniche. Ci sono livelli normativi da verificare, qualità della progettazione e specifiche esecutive.
C’è anche un altro livello di lettura: molte proposte, pur essendo puntuali, sono ampie e coinvolgono tutta la città. Non sono azioni incardinabili nelle responsabilità di un solo dirigente, coinvolgono tutto l’ente. Richiedono una trasversalità che le rende assimilabili a obiettivi strategici.”
Come e quando verranno stanziati i fondi per finanziare queste azioni?
“È importante dire che nulla può essere programmato da un Comune senza una copertura finanziaria preventiva. Quindi quando un’azione entra negli strumenti di programmazione, vuol già dire che verrà finanziata.
Come per i tempi di programmazione quindi, anche i fondi per le proposte seguiranno probabilmente due piste: le azioni strategiche nel ciclo di programmazione strategico, le azioni esecutive direttamente ai direttori [dei diversi settori] per l’individuazione delle risorse.
Quindi la programmazione potrebbe anche non avvenire tutta in un unico momento. Potrebbe svilupparsi in un periodo che dipende dal reperimento delle risorse necessarie, perché per fare cose concrete e vere occorrono le risorse economiche.
Come cerca i fondi l’amministrazione? Il Comune ha delle entrate proprie – per esempio i tributi, che però hanno vincoli di reimpiego e non possono essere usati per qualsiasi opera. L’altro filone importante sono i trasferimenti statali e regionali, che nel secondo caso spesso sono fondi europei.
A meno che non ci sia già un finanziamento atto e idoneo e coprire una determinata azione, la copertura finanziaria poi tornerà in Consiglio comunale per essere votata, perché è il Consiglio che ha la competenza sul bilancio”.
(La trascrizione di questa intervista è stata ridotta per ragioni di chiarezza e di spazio.)
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di Anna Violato – formicablu
Anna Violato è una comunicatrice della scienza freelance che vive a Bologna. Collabora con testate come Nature Italy, Le Scienze e RADAR Magazine, con lo studio di comunicazione scientifica formicablu e con diverse case editrici.
Foto di copertina di Margherita Caprilli.