Meno spazio alle auto, strade più sicure: le proposte dell’Assemblea per il clima (parte 3)

I partecipanti raccontano come sono nate le proposte dell’Assemblea cittadina per il clima di Bologna

 

Nelle ultime settimane su Chiara.eco stiamo raccontando come sono nate le raccomandazioni dell’Assemblea cittadina per il clima di Bologna, intervistando alcune delle persone che hanno preso parte ai lavori (leggi qui la parte 1 e la parte 2). 

Le ultime due raccomandazioni dell’Assemblea per il clima riguardano il tema che ha generato forse più dibattiti all’interno del gruppo: la mobilità. Il tema è stato riconosciuto subito tra i più importanti per elaborare misure per la neutralità climatica. L’Assemblea l’ha affrontato dividendo il problema in due fronti diversi: le azioni su infrastrutture di mobilità attiva (biciclette, spostamenti a piedi), che sono state definite nella Raccomandazione 5, e le azioni per decarbonizzare i trasporti o ridurne le emissioni, elencate nella Raccomandazione 6. Come già in altre parti del documento, comunque, ci sono diversi punti che convergono. 

Le due raccomandazioni sulla mobilità sono quelle che nell’ultima fase dei lavori – di scrittura e di approvazione del testo hanno generato più discussioni. Vediamo cosa dicono le proposte e da dove è nato il dibattito.

 

Raccomandazione 5: riorganizzare la città per fare spazio alla mobilità attiva

Il testo che introduce la Raccomandazione 5 affronta di petto l’elefante nella stanza: il problema delle automobili. “La situazione attuale di Bologna risente di un modello di sviluppo urbano e di pianificazione dei servizi incentrato sull’uso dell’auto”, è la frase che apre la sezione. L’idea che permea le diverse proposte è semplice: se vogliamo che sempre più persone scelgano mezzi di trasporto meno inquinanti – come la bici e i mezzi pubblici – questi devono essere più comodi, sicuri e accessibili. La maggior parte delle proposte verte su idee per dare più spazio a questi servizi, tra cui per esempio l’aumento delle piste ciclabili e la creazione di parcheggi scambiatori, per permettere a chi arriva da fuori città di muoversi più facilmente senza entrare in centro con l’auto. 

“Io stessa prendo la macchina se non ho alternative”, spiega Marianna Precone, 28 anni, ingegnera gestionale, originaria della Campania ma ormai a Bologna da quasi dieci anni, che ha fatto parte del gruppo di lavoro sulla Raccomandazione 5. Precone racconta che un tipico problema – condiviso da molti nell’Assemblea – è doversi muovere con i mezzi pubblici tra quartieri, o tra zone periferiche diverse. Dal momento che quasi tutti i bus passano per il centro, ci si trova a metterci il triplo o il quadruplo di quanto non si farebbe in auto. “Poi nessuno è contento di prendere l’auto a Bologna perché comunque c’è traffico, è uno stress. [Avere meno persone che usano l’auto] è meglio anche per chi è obbligato a prenderla, perché poi diminuisce il traffico”.

Durante l’ultima seduta di voto e approvazione delle raccomandazioni, diverse delle proposte contenute nella Raccomandazione 5 sono state ammorbidite, in particolare riguardo al tema di sacrificare spazi attualmente usati per i parcheggi, che era stato incluso in alcune parti del documento. Il gruppo ha infine concordato sul fatto che sia meglio concentrarsi sulle infrastrutture di mobilità da migliorare, invece che su quelle da sacrificare – un compito che sta a chi si occupa della pianificazione urbanistica della città.

Il tema di fondo però rimane. “A Bologna, come in realtà in tutte le città italiane, si utilizza ancora troppo l’auto privata, c’è una cultura dell’automobile”, commenta Marianna Precone. Ma allora, come mai è emersa in modo così definito la necessità di ridurne l’uso da parte dell’Assemblea, che pure è composta da abitanti della città? “Io credo che le persone che hanno fatto parte dell’Assemblea dopo aver fatto il percorso di formazione si sono sentite responsabilizzate, quindi hanno iniziato anche a pensare in modo diverso e a dire sì, posso farne a meno”, risponde Precone. “Ci è stato detto c’è un problema, ma voi dovete risolverlo insieme a noi: non siamo esterni a questo problema, siamo tutti coinvolti e riguarda tutte e tutti noi, i nostri figli, i nipoti, tutti”.

 

Leggi anche: Riprendiamoci le strade: intervista all’urbanista Luca Bertolini

 

Raccomandazione 6: abbattere le emissioni del traffico urbano

Le automobili sono al centro anche della Raccomandazione 6, che punta il dito sul fatto che il Comune dovrebbe dedicarsi “contemporaneamente alla riduzione del traffico automobilistico a uso privato e all’abbattimento delle emissioni connesse a questo”. 

E anche in questo caso, l’Assemblea si è concentrata sulle soluzioni alternative. Un punto importante riguarda gli spostamenti quotidiani, tra casa e lavoro e tra casa e scuola. “L’idea è quella di incentivare le aziende e l’università a utilizzare la mobilità sostenibile”, ci ha spiegato Francesca Casali, 19 anni, iscritta al primo anno di psicologia, che ha partecipato al gruppo di lavoro sull’ultima raccomandazione. “La figura centrale è quella del mobility manager”, che già esiste per l’università e alcune aziende, ma che potrebbe entrare anche nei quartieri. Per quanto riguarda le scuole, il gruppo ha concordato nel chiedere di aumentare rastrelliere, o anche di facilitare il potenziamento di servizi come i pedibus. “Un progressivo abbattimento del traffico automobilistico privato non è sostenibile senza garantire in parallelo un trasporto pubblico efficace e di qualità”, rimarca l’Assemblea nel testo finale. Una delle proposte si concentra sui modi per migliorarlo, per esempio aumentando la copertura delle zone periferiche e introducendo biglietti integrati per servizi diversi.

C’è anche molta attenzione sul car sharing, come soluzione concreta e flessibile per ridurre il traffico e le emissioni. La condivisione dei mezzi è stata considerata dall’Assemblea una soluzione più significativa del promuovere, per esempio, l’uso di auto elettriche. “Le auto elettriche vanno incentivate, ma temporaneamente. Vanno interpretate come una soluzione a breve termine”, spiega Casali. 

Alcune proposte contenute nella Raccomandazione 6, poi, riguardano temi che non sono di esclusiva competenza del Comune, ma su cui il gruppo di partecipanti ha comunque ritenuto importante lanciare un messaggio. “Abbiamo richiesto la valutazione dell’impatto sanitario del Passante di mezzo”, racconta Francesca Casali. “Ci sono stati un po’ di dibattiti, però alla fine c’è stata la maggioranza. Come Assemblea cittadina non possiamo solo proporre di aumentare i bus, dobbiamo anche considerare cosa sta succedendo nel nostro territorio”. 

L’altra proposta “simbolica” è quella di disincentivare i voli privati e pubblici. Partiamo dai voli privati: sono una fonte sproporzionata di emissioni, perché si stima che in un anno un passeggero di un aereo privato emetta circa 900 volte le emissioni di un europeo medio. “Questa proposta ha il valore simbolico di dire che anche i ricchi, i pochi, sono coinvolti in questo percorso”, spiega Casali. Riguardo ai voli pubblici, invece, l’obiettivo è spostare l’attenzione sul trasporto via treno soprattutto per il turismo interno all’Italia, vista la posizione di Bologna come snodo ferroviario.

La proposta è stata fonte di dibattiti, ma è passata durante l’ultimo giro di votazioni. “Molto spesso il dibattito nasceva dal fatto che eravamo tutti favorevoli a promuovere nuove opportunità, ma si creava dibattito nel momento in cui veniva proposta esplicitamente di limitare qualcosa”, racconta Francesca Casali. “Secondo me molti temevano che, arrivando con proposte troppo estreme, il Comune non sarebbe stato bendisposto ad accettare il nostro documento. Abbiamo lavorato per trovare un giusto equilibrio”.

 

Leggi anche: Il documento integrale delle proposte dell’Assemblea

 

 

di Anna Violato – formicablu

Anna Violato è una comunicatrice della scienza freelance che vive a Bologna. Collabora con testate come Nature Italy, Le Scienze e RADAR Magazine, con lo studio di comunicazione scientifica formicablu e con diverse case editrici.

Foto di copertina di Margherita Caprilli.