Che cos’è la COP 27 e quali sono i temi principali

Si sta concludendo a Sharm el-Sheikh in Egitto la 27essima Conferenza delle Parti fra i Paesi che hanno ratificato la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, cioè la COP 27. Ecco i principali temi sul tavolo


“Il clima ci sta uccidendo. La COP 27 deve consegnare un acconto sulle soluzioni climatiche proporzionato alla scala del problema”

Lo ha scritto su twitter il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres a pochi giorni dall’inizio della COP 27 in corso a Sharm el-Sheikh, in Egitto. Una buona notizia è che, come ricorda l’Economist, stiamo già osservando un cambiamento positivo: la crescita economica non è più correlata alle emissioni di gas serra. Significa che la decarbonizzazione e l’espansione dell’economia basata sui servizi, meno energivora rispetto a quella basata sulla manifattura, stanno funzionando. La cattiva è che il progresso a livello mondiale è lento, così lento che centrare il principale obiettivo dell’accordo di Parigi sta diventando un’impresa forse quasi impossibile.

Supereremo infatti molto probabilmente gli 1,5 gradi di riscaldamento rispetto ai livelli preindustriali molto prima della fine del secolo (siamo già oggi a +1,2 gradi). Secondo un recente studio, però,  forse c’è ancora speranza per far sì che questo rappresenti il nostro picco, dal quale cominciare a scendere verso temperature più sicure. Il problema è che questo richiede non solo mantenere le promesse già fatte sulla decarbonizzazione, ma realizzarle in un tempo più breve.

Questo dice la scienza, ma la soluzione al problema è politica. Per questo esistono le COP, che dal 1995 portano i paesi del pianeta attorno a un tavolo per discutere di cambiamenti climatici. Tra gli sviluppi più importanti delle COP c’è stata la firma del protocollo di Kyoto (durante la COP 3) e dell’accordo di Parigi (durante la COP 21). Questa ventisettesima COP vuole passare dagli impegni presi alla precedente COP di Glasgow alla pianificazione per realizzarli.

I principali temi della COP 27

Il punto principale all’ordine del giorno è la mitigazione, cioè continuare a ridurre le emissioni di gas serra che causano il riscaldamento globale. Questo significa prima di tutto più energia pulita, più efficienza energetica e meno deforestazione. Questo era stato concordato alla COP 26 di un anno fa, ma per ora solo 24 paesi su 193 hanno presentato i loro piani in questo senso. Secondo l’IPCC dovremmo arrivare nel 2030 a -43% di emissioni entro rispetto al 2010 per non superare 1,5 gradi di riscaldamento, ma per ora si prevede che saranno del 10% superiori. Comunque un miglioramento, perché l’anno scorso si stimava un +13%, ma drammaticamente insufficiente.

Poi c’è il nodo dell’adattamento, cioè come proteggerci dal cambiamento climatico che non possiamo più evitare, perché è già qui. L’adattamento richiede molto denaro, e in fretta. Visto che gli impatti del riscaldamento globale non sono uniformi, e sono spesso più profondi nei paesi poveri, i paesi ricchi devono sostenere lo sviluppo di contromisure all’altezza. A Glasgow l’impegno sottoscritto è stato di raddoppiare il finanziamento per l’adattamento, portandolo agli stessi livelli di quelli per la mitigazione. A questo dovranno partecipare i governi, le istituzioni finanziarie e il settore privato.

Il terzo grande tema è la finanza per i cambiamenti climatici, ed è ovviamente trasversale. Gli investimenti più grandi se li possono permettere i paesi più sviluppati che, se consideriamo le emissioni cumulative dalla Rivoluzione industriale in poi, sono quelli che hanno emesso in atmosfera la maggior parte dei gas serra. Nel 2009, alla COP 15 di Copenaghen, i paesi sviluppati avevano promesso 100 miliardi l’anno, ma le promesse sono state disattese. Gli organizzatori intendono provare nuovamente a raggiungere il risultato, anche perché è indispensabile stabilire un fondo dedicato ai disastri causati dai cambiamenti climatici, di cui quest’anno abbiamo avuto un assaggio.

 

Che cosa possiamo aspettarci

Gli organizzatori intendono passare dalle parole ai fatti, ma secondo molti osservatori il clima – è il caso di dirlo – non  è dei migliori. Nell’intervista precedente Selwin Hart, consigliere del segretario generale, spiega che le emissioni continuano a crescere e che c’è un ampio divario tra quello che è necessario fare e quello che viene fatto.

“Sarò molto diretto: l’umore non è dei migliori”, ha affermato.

Ci sono lati positivi: le rinnovabili continuano ad aumentare, e le persone non sono mai state così consapevoli e favorevoli all’azione contro i cambiamenti climatici.

La COP 27 avviene in un periodo che non potrebbe essere più complicato, a partire dalla guerra in Ucraina e la conseguente crisi energetica. D’altra parte, proprio la crisi energetica potrebbe aver fatto capire l’importanza delle rinnovabili, anche per rendersi indipendenti dai paesi ricchi d’idrocarburi. Pesa però l’assenza (a quanto si sa al momento) di alcuni leader mondiali, tra cui il presidente cinese Xi Jinping, il primo ministro indiano Nerendra Modi, e Vladimir Putin.

Ma il summit è stato criticato ancora prima di cominciare. Oltre alle accuse di greenwashing (non sono sfuggiti sponsor del calibro della Coca-Cola), ha fatto discutere la sede, l’Egitto, dove non sono garantiti molti basilari diritti umani. Queste anche le ragioni per cui l’attivista Greta Thunberg non partecipa. Inoltre, secondo Thunberg, sarebbero le COP stesse a non funzionare.

“Le COP sono principalmente usate come unopportunità di attirare lattenzione per i leader e le persone al potere, usando molti diversi tipi di greenwashing, ha detto.

Le conferenze COP, ha aggiunto,non hanno realmente lo scopo di cambiare lintero sistema, ma incoraggiano invece progressi graduali. Così come sono, le COP non stanno davvero funzionando, a meno che, naturalmente, non le usiamo come unopportunità per mobilitarci.”

 

stefano dalla casa – formicablu

Immagine in apertura: UNclimatechange via flickr, Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-NC-SA 2.0)