Città in transizione, l’identikit di Bologna

Un nuovo rapporto del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente analizza la qualità e la gestione dell’ambiente urbano nei capoluoghi di regione italiani


Il 4 luglio è stato presentato il rapporto “Città in transizione: i capoluoghi italiani verso la sostenibilità ambientale”, un’analisi del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente che descrive come è cambiata la qualità dell’ambiente urbano nei capoluoghi di regione italiani (più Bolzano). 

L’obiettivo è indagare sull’evoluzione che c’è stata negli ultimi anni sia nei problemi ambientali locali – come carenza d’acqua, inquinamento dell’aria, impatti del cambiamento climatico – sia nella gestione degli stessi da parte delle amministrazioni locali, con azioni specifiche per la sostenibilità. 

Lo fa attraverso tre chiavi di lettura interconnesse, che esprimono i modi in cui i problemi ambientali e la vita quotidiana delle persone si intersecano: la vivibilità (che mette in relazione ambiente e salute), la circolarità (che analizza l’efficienza nell’uso di risorse naturali, materiali ed energia), la resilienza ai cambiamenti climatici (la capacità della città di reagire e adattarsi ai cambiamenti del clima).

Vediamo come si posiziona Bologna rispetto a queste prospettive.

Bologna vivibile: ambiente e salute

Negli ultimi anni, la città ha mostrato dei segnali positivi relativi alla vivibilità grazie ai miglioramenti nel settore della mobilità e dei trasporti sostenibili: nel 2019 le piste ciclabili hanno raggiunto il rapporto di 96,9 km ogni 100 km2 di superficie comunale. Si tratta dei valori tra i più elevati nei 21 comuni analizzati. La disponibilità di aree pedonali è aumentata lievemente, con un incremento di circa il 5% dal 2008 al 2019.

Per quanto riguarda l’inquinamento, l’analisi rileva una tendenza positiva nella riduzione delle concentrazioni di biossido di azoto (NO2, un gas irritante per l’apparato respiratorio e per gli occhi). I livelli di polveri sottili e di ozono, invece, hanno superato i valori raccomandati in alcuni giorni dell’anno: non hanno mostrato una tendenza significativa né all’aumento né alla riduzione.   

Il verde pubblico sul territorio comunale, fondamentale per la salute mentale e fisica di chi vive in città, è aumentato del 6% tra il 2015 e il 2019, confermando quindi una tendenza abbastanza stabile: la disponibilità di verde è di circa 21 m2 per abitante e le aree naturali protette sono pari al 26,5% dell’intera superficie comunale.

Il rapporto mette in evidenza, invece, una situazione critica riguardo al numero dei sinkhole antropogenici, sprofondamenti improvvisi del terreno causati da attività umane (per esempio per il dissesto delle reti di fogne e acquedotti). Questi eventi sono aumentati, soprattutto a causa delle perdite della rete idraulica: negli ultimi 10 anni sono 32 gli eventi registrati, un valore medio-alto tra i comuni del Nord Italia.

Bologna circolare: l’uso di risorse ed energia

Sul fronte della circolarità, Bologna dà segnali positivi prima di tutto per quanto riguarda mobilità e trasporti: la quota di auto elettriche e ibride è aumentata decisamente e a fine 2020 raggiungeva poco più del 5%, il valore più alto tra i comuni considerati. Anche il numero di passeggeri del trasporto pubblico locale è aumentato, quasi del 20% rispetto al 2011. 

L’uso di acqua pro capite segue un trend positivo (cioè di diminuzione). Se nel 2012 si partiva da un valore di 235 litri per abitante per giorno, un valore intermedio rispetto al campione dei capoluoghi di regione italiani, dall’anno successivo si è scesi a valori tra i più bassi del campione.

È positivo, inoltre, l’aumento delle superfici destinate a orti urbani, che favoriscono la produzione locale di cibo. Nel 2019 erano 166 mila m2, in linea con i più alti valori del campione dei 21 comuni considerati.

Il consumo di suolo nel biennio 2019-2020 è sceso rispetto a quelli precedenti (40 mila m2 contro i 130-140 mila dei periodi precedenti); sul totale del territorio comunale, la percentuale di suolo consumato è il 34%. Negli ultimi anni ci sono anche state importanti azioni di ripristino, che hanno portato al recupero di circa 130 mila m2 di suolo.


Leggi anche “Come si misura il consumo di suolo a Bologna


Ci sono invece margini di miglioramento nelle politiche relative alle infrastrutture verdi: Bologna ha mantenuto un ritmo di 150 mila m2 di superfici agricole, naturali e seminaturali perse ogni anno tra il 2015 e il 2019; nell’ultimo anno il fenomeno è diminuito, attestandosi su una perdita di 45 mila m2 (un valore nella media delle altre città).

Per quanto riguarda i rifiuti, la percentuale di raccolta differenziata nel 2019 ha raggiunto il 54%, un valore in aumento ma ancora migliorabile. Il report sottolinea che, però, servono  politiche più incisive per quanto riguarda la produzione dei rifiuti urbani pro capite: nel 2019 erano ben 579 kg per abitante, tra i valori più elevati nelle città campione.

 

Leggi la seconda parte del report: Bologna resiliente

 

di Anna Violato – formicablu

Anna Violato è una comunicatrice della scienza freelance che vive a Bologna. Collabora con RADAR Magazine, testata online che racconta i cambiamenti del clima e dell’ambiente, con lo studio di comunicazione scientifica formicablu e con la casa editrice Zanichelli.

Immagine di copertina: Arahel – Opera propria, CC BY-SA 3.0