La situazione della qualità dell’aria in Emilia-Romagna nel 2023

Milano non è la terza città più inquinata del mondo, ma la qualità dell’aria in Pianura padana rimane comunque problematica, con molti giorni di sforamento rispetto ai valori soglia indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità

 

Lo scorso febbraio una notizia sulla qualità dell’aria di Milano ha generato un grande dibattito. Tutto è partito da una comunicazione rilasciata da IQAir, una società svizzera che si occupa di sviluppare e vendere tecnologie e dispositivi per monitorare la qualità dell’aria, secondo la quale Milano sarebbe stata la terza città più inquinata al mondo. Si tratta di una notizia falsa: i dati utilizzati da IQAir non sono scientificamente attendibili. La notizia è però riuscita a fare inizialmente molto rumore sui social network, salvo poi venire smentita da molti mezzi di comunicazione, come per esempio Rainews e Wired.

Nonostante la dovuta smentita, però, non c’è da stare troppo allegri, perché pur non mettendo il capoluogo lombardo tra i primi posti al mondo, la situazione della qualità dell’aria in Pianura padana rimane comunque problematica. Come mostra questa immagine dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), la presenza in questo territorio di una grande quantità di PM10 deve comunque preoccupare.

Video dell’Agenzia Spaziale Europea che mostra l’andamento del PM10 in Pianura padana nel mese di gennaio 2024 (Fonte: ESA)

La notizia falsa su Milano è però l’occasione per andare a vedere i dati che riguardano l’Emilia-Romagna. In particolare, abbiamo consultato l’ultima edizione del rapporto del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) che si intitola La qualità dell’aria in Italia pubblicato a fine gennaio 2024 che fotografa l’andamento nell’anno precedente. Il rapporto è ricco di informazioni molto dettagliate e si basa sui dati raccolti dalle oltre 2000 stazioni di rilevamento sparse sul territorio nazionale. Qui abbiamo preso in esame due indicatori molto utilizzati per valutare la qualità dell’aria. Si tratta del PM10 e del PM2,5.

Il PM10 è in realtà una sigla che sta per “Particulate Matter”, ovvero “particolato”. Il numero 10 indica la dimensione delle particelle è compresa tra 10 e 2,5 micron (dove 1 micron corrisponde a un milionesimo di millimetro). Un nome comune usato per indicare il PM10 è “polveri sottili”. Il PM2,5 invece è il particolato che individua le particelle ancora più piccole, quelle di dimensione inferiore ai 2,5 micron. Il PM2,5 è anche noto come “frazione respirabile”, in quanto le dimensioni ridotte permettono alle particelle che lo compongono di essere più facilmente inalate dalle persone e arrivare nei polmoni, con effetti potenzialmente nocivi sulla salute.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il valore medio annuo di PM10 raccomandabile deve essere inferiore a 20, e comunque non superare 50 nelle 24 ore. Ecco i dati dell’SNPA sull’Emilia-Romagna dove si possono vedere le giornate di sforamento del valore massimo consigliato:

 

La situazione è peggiore nel caso dei dati sul PM2,5. L’OMS consiglia il valore soglia di 5 micron per metro cubo per quanto riguarda la media annuale e 10 micron per metro cubo per quanto riguarda il valore medio giornaliero. Ecco i dati per l’Emilia-Romagna:

Entrambe le tabelle di dati qui sopra mettono in evidenza un elemento fondamentale. Cioè che nonostante una parziale diminuzione negli ultimi anni di PM10 e PM2,5, che è stata registrata dagli enti preposti al monitoraggio, la situazione generale rimane ancora difficile, con numero di giornate di sforamento molto elevato, soprattutto in alcune località. Tra le soluzioni per migliorare la qualità dell’aria ci sono sistemi come le pompe di calore (che evitano la produzione locale di emissioni inquinanti delle attuali caldaie) e mezzi di trasporto alternativi alle auto a combustione: la sfida della transizione ecologica non è solo per il clima, ma anche per la nostra salute.