Esplorando il verde urbano: Progettare soluzioni basate sulla natura

Mercoledì 7 maggio 2025, l’Auditorium di Filla – Parco della Montagnola – ha ospitato il primo appuntamento del ciclo di incontri divulgativi “Esplorando il verde urbano” che, fino a ottobre, approfondirà le sfide e le soluzioni legate al verde nelle città.
L’iniziativa è promossa e organizzata dalla Fondazione IU Rusconi Ghigi insieme al Comune di Bologna per rispondere agli obiettivi di Bologna Verde, un percorso che prevede infatti tra le sue azioni anche la realizzazione di un programma di attività di carattere educativo, divulgativo e scientifico per approfondire diversi aspetti del verde e della sostenibilità.


Questo primo incontro si è focalizzato sulla progettazione e implementazione di soluzioni basate sulla natura in città per contrastare gli effetti del cambiamento climatico e migliorare la vivibilità urbana.

Dopo un’introduzione dedicata ai progetti già realizzati dal Comune di Bologna e dalla Fondazione IU Rusconi Ghigi nell’ambito di Bologna Verde, sono intervenute tre esperte del settore:

  • Alessandra Bonoli, Professoressa ordinaria in Ingegneria delle Materie Prime e Resources and Recycling, Università di Bologna – Membro del Comitato Scientifico di Bologna Verde;
  • Silvana di Sabatino, Coordinatrice del Corso di Dottorato in “Il futuro della terra, cambiamenti climatici e sfide sociali”, Università di Bologna;
  • Rosa Lopez, Architetta della Direzione di Strategia Urbana del Comune di Barcellona e Coordinatrice del Programma Superilles.

Cambiamenti climatici e la necessità di soluzioni basate sulla natura

 

esplorando il verde urbano soluzioni basate sulla natura bonoli

Il primo intervento del pomeriggio è stato quello della Professoressa Bonoli e si è focalizzato su come le città siano chiamate a rispondere alla crisi climatica attuale, in particolare mettendo in atto strategie di adattamento e mitigazione. Oltre alla mitigazione (riduzione delle emissioni), è fondamentale affrontare i rischi connessi ai cambiamenti climatici, come ad esempio gli allagamenti dovuti a eventi climatici intensi e l’effetto isola di calore urbana. Oggi infatti le città sono vulnerabili perché caratterizzate da infrastrutture impermeabili come le strade, dove l’acqua scorre rapidamente invece di infiltrarsi, a differenza di quanto accade nelle aree verdi dove l’infiltrazione è prevalente. Inoltre, l’effetto isola di calore causa un surriscaldamento delle aree urbane, con differenze di temperatura anche di 7-8°C rispetto alle aree circostanti.

Le soluzioni basate sulla natura (NBS – Nature-Based Solutions) sono le risposte fondamentali a queste criticità. Secondo la definizione dell’Unione Europea (2022), si tratta di “soluzioni ispirate e supportate dalla natura, economicamente vantaggiose, che offrono contemporaneamente benefici ambientali, sociali ed economici e contribuiscono a costruire resilienza”. L’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) le definisce come azioni volte a proteggere, conservare, ripristinare, utilizzare e gestire in modo sostenibile gli ecosistemi, naturali o modificati, per affrontare sfide sociali, economiche e ambientali, fornendo benefici per il benessere umano, resilienza e biodiversità. Queste soluzioni mirano a reintrodurre natura e processi naturali nelle città e possono essere classificate in vari modi, ad esempio per approccio (specifico per problema), tipologia (spazi verdi, alberi, gestione dell’acqua, ambiente costruito verde), o campo di applicazione (territoriale, tecnologico).

Esempi di Soluzioni Basate sulla Natura a Bologna

Il programma Bologna Verde prevede vari progetti con un finanziamento complessivo di oltre 18 milioni di euro per il rinverdimento della città. Questi interventi si basano in gran parte sull’approccio delle soluzioni basate sulla natura.
Alcuni esempi, classificati secondo la struttura del progetto Bologna Verde, includono:

  • Materiali vegetali e minerali: Utilizzo di materiali naturali e soluzioni che aumentano la permeabilità, come le pavimentazioni drenanti (anche con materiali riciclati) e i canali inerbiti lungo le strade per favorire l’infiltrazione e la depurazione delle acque piovane;
  • Verde pensile e facciate verdi: Strutture utilizzate per la coibentazione termica degli edifici, riducendo l’effetto isola di calore. Hanno anche funzioni di assorbimento degli inquinanti e valore estetico. Il bambù, un materiale rinnovabile e robusto che cresce rapidamente, si sta affermando come valida alternativa al legno;
  • Pavimentazioni chiare e fredde: Soluzioni che riducono l’effetto isola di calore riflettendo la luce solare. Queste possono includere asfalti colorati con tonalità come blu e rosso;
  • Alberi e infrastruttura verde: Essenziali per migliorare il microclima (evaporazione, ombreggiamento), la biodiversità e la fitodepurazione delle acque. I parcheggi alberati sono un esempio concreto di applicazione per mitigare il surriscaldamento;
  • Acqua: L’uso dell’acqua nello spazio pubblico, come fontane, nebulizzazioni e le innovative “piazze della pioggia”. Queste piazze si trasformano in bacini di raccolta in caso di piogge intense per alleggerire il sistema fognario e permettere il riutilizzo dell’acqua.

Estremi di calore: dalle ondate a scala regionale alle isole nei canyon urbani

esplorando il verde urbano di sabatino

Il secondo intervento è stato quello della Professoressa Di Sabatino che ha approfondito il tema degli estremi di calore, distinguendo l’ondata di calore (heatwave) – un fenomeno prolungato di caldo estremo – dall’isola di calore urbana (UHI) e la differenza di temperatura tra aree urbane e rurali. L’UHI è influenzata dalla morfologia urbana (materiali, forma degli edifici, dimensione delle strade) che determina l’assorbimento e il rilascio del calore solare. L’effetto UHI è solitamente massimo di notte quando le infrastrutture grigie (asfalto, cemento, ecc…) rilasciano lentamente il calore accumulato durante il giorno.
La ricerca presentata dalla Professoressa evidenzia un legame diretto tra UHI e inquinamento atmosferico (stagnazione dell’aria, reazioni chimiche favorite dal caldo, aumento delle emissioni da condizionamento) con un forte impatto sulla salute umana, in particolare l’aumento di malattie cardiovascolari, collegato anche a piccoli aumenti della temperatura notturna che alterano il sonno. Studi specifici su Bologna, condotti con termografia e misurazioni della temperatura dell’aria in diverse aree (centro storico, Via Marconi, Via Laura Bassi, Ospedale Sant’Orsola, zone rurali), confermano che l’UHI si intensifica durante le ondate di calore e mostrano differenze di temperatura tra aree grigie senza alberi e aree più verdi.
Le NBS, pur essendo soluzioni scientificamente provate, richiedono una progettazione attenta e il supporto della competenza scientifica. Ad esempio, l’introduzione di alberi nei canyon urbani richiede studi sulla tipologia, sulla chioma e sul distanziamento per massimizzare l’ombreggiamento e la mitigazione della temperatura senza ridurre eccessivamente la ventilazione, che potrebbe portare a un aumento della concentrazione di inquinanti. Infine, la Professoressa Di Sabatino ha sottolineato che la trasformazione delle città è una sfida condivisa che richiede il co-design e la co-partecipazione dei cittadini, unendo strumenti tecnici e computazionali con la conoscenza locale.

Barcellona: due strategie per la rigenerazione urbana della città

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L’ultimo intervento del pomeriggio è stato curato dall’architetta Rosa Lopez che ha portato l’esperienza di Barcellona, una città ad elevata densità abitativa e con sfide simili a quelle di Bologna (alto inquinamento atmosferico e acustico, effetto isola di calore, emissioni di CO2). Per affrontare questi problemi, Barcellona ha mirato a rigenerare il suo spazio pubblico per creare una città più sicura e verde, che favorisca le relazioni sociali e metta le persone al centro.
Due strategie complementari hanno guidato questo piano di rigenerazione urbana:

  • Programma Superilla BCN: riorganizza la funzione delle strade, spostando la priorità dalla circolazione all’abitabilità. L’obiettivo è recuperare lo spazio sovraffollato dai veicoli (60-70% dello spazio pubblico pur rappresentando solo il 25% degli spostamenti). Gli obiettivi del programma includono la riduzione della velocità e del traffico, il rafforzamento della mobilità sostenibile (pedoni, bici, trasporto pubblico) e la diminuzione dei parcheggi in superficie. Alcuni degli interventi programmati intendono creare anche nuove aree verdi e pedonali;
  • Programma di Spazi di Prossimità e Interni (PEPI): questo programma si inserisce negli spazi “dimenticati” e non utilizzati della città, come cortili interni, spazi tra edifici obsoleti, pareti cieche e coperture. L’obiettivo è trasformare questi spazi in nuove aree verdi diffuse in tutta la città.
    Entrambi i programmi sono frutto di politiche ambientali che coordinano e danno una visione globale a diverse direttive settoriali. Un aspetto fondamentale per entrambe le strategie è il processo partecipativo con i cittadini, basato su trasparenza, inclusione e attenzione sia alla visione complessiva della città che alle esigenze locali.
    Una volta terminati gli interventi scientifici, proprio nell’ottica di favorire il processo partecipativo della cittadinanza ai progetti di rigenerazione urbana di Bologna Verde, si sono svolte tre tavole rotonde di approfondimento in cui i cittadini presenti hanno potuto confrontarsi con i relatori sui vari temi trattati.

Approfondisci Bologna Verde

Per approfondire il percorso di Bologna Verde è possibile visitare la sezione ad esso dedicata sul sito della Fondazione IU Rusconi Ghigi e su Partecipa – la piattaforma del Comune di Bologna dedicata alla partecipazione dei cittadini, alla collaborazione civica e alla cura dei beni comuni.